GRANDI CRU D’ITALIA BEST CHINESE CHEFS
The marriages of love between italian wine and chinese cusine

Dieci grandissimi chef cinesi per 100 grandissimi vini italiani.

L’amore dei cinesi per il vino e’ apparentemente recente, con le maggiori autorita’ del paese che amano farsi vedere con un bicchiere di rosso in mano. Ma il rapporto e’ nato prima della rivoluzione maoista. Deng Xiao Ping, il padre della nuova Cina, la Cina che sta stupendo il mondo, e Chou En-Lai, lo storico ministro degli esteri della Cina maoista, nel 1920 scoprirono le qualita’ del vino a Parigi, dove si erano rifugiati, prima di ritornare in patria per contribuire alla rivoluzione. Non e’ un caso, quindi, che oggi in Cina il vino che si beve sia soprattutto francese e molto spesso il più costoso. Ma ora anche i cinesi, come nel resto del mondo e’ gia’ avvenuto da tempo, hanno scoperto che il vino italiano e’ altrettanto se non più’ buono di quello francese e soprattutto ha connotati cosi variegati che ben si sposano con quelli altrettanti variegati della cucina cinese: dal vino del Nord, della Valle d’Aosta, del Piemonte o del Veneto e del Friuli, a quello del centro, della Toscana, dell’Umbria, fino a quello del Sud e delle isole, la Sardegna e la Sicilia. Profumi, intensita’, sapori cosi’ vari che appunto si offrono in maniera ideale, meglio che i vini di qualsiasi altro paese, ai piatti cosi’ profondamente diversi delle sette cucine cinesi, come bene le descrive Cesare Pillon nelle pagine che seguono: Cantonese(riso e aromi delicati come in Piemonte, Lombardia, Veneto o Toscana); Sichuan (piccantissima, peperoncino e pepe, la più’ amata dal presidente Deng, come in Abruzzo e nel sud d’Italia, soprattutto in Calabria); Shandong(sapori leggeri, minestre e zuppe, tenerezza e freschezza come in Liguria); Huaiyang(terra del pesce e del riso, più’ dolce delle altre,ricca di condimenti come a Napoli); Zejiang (grande cura nelle materie prime, tecniche di cottura raffinate, inclusa la frittura, come la bistecca o il pollo e il coniglio fritto di Firenze);Fujian (mare e montagna, frutti di mare e prelibatezze montane come in Calabria o nella Sicilia dell’Etna); Hunan(sapori pungenti con l’uso del peperoncino rosso come in Puglia); infine Anhuai (impareggiabile freschezza delle rane di roccia o dei germogli di bambu’, come quella delle more e delle erbe spontanee in Sardegna).

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Paragoni impropri? Forse. Sta di fatto che con una tale varieta’ di piatti l’unico paese che puo’ offrire tanti diversi, spesso profondamente diversi vini da sposare e’ l’Italia. La diversita’, la numerosita’ dei vitigni e dei territori, fanno sì che i vini italiani siano straordinariamente flessibili per tutte le cucine cinesi, che sono tante quanto è grande il continente Cina.

Il Comitato Grandi Cru d’Italia, che riunisce i migliori produttori perché per farne parte occorre produrre da almeno 20 anni vini al massimo livello secondo l’incrocio dei rating di guide e riviste di tutto il mondo, e’ orgoglioso di poter offrire a tutto il mondo e in particolare ai milioni e milioni di cinesi che stanno sempre più’ amando il vino, una cosi’ ampia scelta, ora consacrata dall’abbinamento fra le cinque ricette di ciascuno dei 10 grandi chef che hanno accettato di essere testimonial dei matrimoni d’amore fra i loro piatti e le etichette dei Grandi Cru d’Italia. A loro quindi va in primo luogo il ringrazimento per questo libro bello da sfogliare, per la irraggiungibile sapienza cinese nella presentazione, e utile da leggere in inglese, la lingua del mondo, e in cinese per le straordinarie ricette rivelate dai nostri grandi Chef.

Siamo sicuri, noi del Comitato Grandi Cru d’Italia, che i matrimoni d’amore che si celebrano in queste pagine saranno molto fertili. Fertili anche sul piano della sempre più’ profonda conoscenza fra due civilta’ millenarie come quella italiana, dove il vino e’ nato 3 mila anni fa, e da cui la vite è poi partita per il mondo e quindi nella Francia dall’Impero romano, e quella cinese, dove la raffinatezza,l’eleganza, la sottigliezza intellettuale eccellono e valorizzano il vino, ieri come oggi occasione di amicizia e allegria.

Gambei! Cin Cin! Salute!

Vittorio Frescobaldi, Chairman

Paolo Panerai, Executive Deputy Chairman

Piero Antinori, Past Chairman

Comitato Grandi Cru d’Italia

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