Tenuta Sette Ponti
Tenuta Sette PontiBiography
Alberto Moretti, imprenditore di successo nel settore della moda, é riuscito nell’impresa di portare alla ribalta della critica enologica mondiale la provincia di Arezzo. Prima di lui, Arezzo era considerata un po’ la “cenerentola” dell’enologia Toscana. Moretti é stato una sorta di “levatrice” che ha saputo estrinsecare le potenzialità del territorio, facendo nascere vini di grande pregio, di levatura internazionale. Il campione dei vini della tenuta Setteponti é l’Oreno, un vino di stile internazionale, un uvaggio bordolese, cioé a base di uve cabernet e merlot, lungamente affinato in piccole botti di rovere: é un vino elegante di straordinaria finezza, che nulla ha da invidiare ai migliori château del Bordolese. L’altro grande vino é il Crognolo, che invece é toscano a tutto tondo, essendo prodotto con il sangiovese, tradizionalissimo vitigno, tipico vitigno regionale, con piccole aggiunte di merlot. Un vino di carattere, integro e di raro fascino. Molto interessante anche il Chianti Vigna del Pallino (il nome di un’antica vigna rinnovata recentemente), un vino immediato e molto piacevole, che non é affinato in legno. Questi vini nascono nel circondario di Castiglione Fibocchi, nella Valdarno, nei paesaggi che sono stati raffigurati nelle opere di Leonardo da Vinci. La tenuta si chiama così perchè in questo tratto del fiume Arno ci sono appunto sette ponti che uniscono le sue sponde. In origine era una proprietà dei principi Savoia – Aosta che a loro volta l’avevano avuta da Leopoldo d’Asburgo (furono loro a piantare la prima Vigna del Pallino). Negli anni Cinquanta Alberto Moretti, il padre dell’attuale proprietario, acquistò un primo appezzamento di terreno di 50 ettari di vigneto che comprendeva anche la Vigna dell’Impero, vigna piantata dai Savoia Aosta nel lontano 1935. Con acquisizioni successive la famiglia Moretti ha messo insieme una proprietà di circa 330 ettari, molti dei quali boschi e riserve di caccia, di cui una cinquantina dedicati a vigneto specializzato, con un’elevata fittezza di ceppi per ettaro (circa 7mila).
Tenute Guicciardini Strozzi
Tenute Guicciardini StrozziBiography
Oltre mille anni di storia: il più antico documento che testimonia l’esistenza di Cusona risale all’anno 994. La proprietà di Cusona si erge di fronte alla celebre città medievale di San Gimignano. Gli illustri personaggi delle famiglie Strozzi e Guicciardini hanno segnato la storia non solo della Toscana, ma anche dell’Italia e dell’Europa. Francesco Guicciardini, per il quale Niccolò Macchiavelli lavorò come segretario, fu uomo politico di spicco, governatore dello Stato pontificio, nonché filosofo e storico. Gli Strozzi, potenti banchieri, uomini di Stato e condottieri, furono i maggiori rivali dei Medici. Si deve al grande Filippo Strozzi la costruzione del magnifico Palazzo Strozzi a Firenze. Piero Strozzi fu Maresciallo di Francia e comandante delle armate francesi; il suo busto figura nella Galleria delle battaglie del Castello di Versailles. Nel XVII secolo, i discendenti della famiglia Strozzi Guicciardini si unirono in matrimonio a Londra con i Marlborough, la famiglia di Sir Winston Churchill. Tra gli antenati illustri merita di essere ricordata anche Lisa Gherardini del Giocondo, ossia La Gioconda o Monna Lisa, immortalata nel più celebre quadro di Leonardo da Vinci; gli attuali membri della famiglia ne rappresentano la quindicesima generazione di discendenza. Nei primi del novecento Francesco Guicciardini, legato in matrimonio a Luisa Strozzi, sindaco di Firenze, Ministro dell’agricoltura e degli affari esteri, fa di Cusona un’azienda modello, all’avanguardia e di rilievo nazionale. Negli anni Settanta il Principe Girolamo Strozzi inizia la commercializzazione dei vini nel mondo, che tuttora conduce insieme alla moglie Irina e alle due figlie Natalia e Irina jr. Nel 1999 dà anche avvio all’espansione dell’attività vitivinicola nella Maremma toscana (Bolgheri, Scansano, Montemassi) e a Pantelleria. Nelle Tenute Guicciardini Strozzi vengono prodotte diverse tipologie di vini. Tra le etichette di maggior prestigio la Vernaccia di San Gimignano, già prodotta per la prima volta nella Tenuta nel 1200 e declamata da Dante, Michelangelo, Boccaccio, nonchè bevuta alla Corte dei Medici che la inviavano al Papa; lo spumante e le grappe di uve Vernaccia. Tra i rossi storici il Sòdole e il Millanni, nato per celebrare i 1000 anni della Tenuta.
Terredora
TerredoraBiography
Creata nel 1978, l’azienda Terredora di Walter Mastroberardino e dei suoi figli Paolo, Lucio e Daniela, ha concentrato sin dalla fondazione la propria attenzione sui millenari vitigni autoctoni della Campania, l’aglianico, il fiano, il greco, la falanghina, introducendo nella loro coltivazione conoscenze tecniche e innovazioni intese a valorizzarne il futuro. Promuovendo in tal modo il ritorno della vitivinicoltura campana alla sua più antica e qualificata tradizione, l’azienda ha contribuito in misura rilevante al suo Rinascimento. Una svolta decisiva, nella sua evoluzione, c’é stata nel 1994 quando, con la divisione tra i rami della famiglia Mastroberardino, Walter decise, insieme ai figli, di costruire una cantina per assumere il controllo diretto dell’intero ciclo produttivo, vinificando le uve delle proprie vigne e imbottigliandone i vini con il nome della tenuta agricola Terredora. E scelse di realizzarla a Montefusco sia perchè questa località é l’ideale baricentro delle loro vigne dislocate a raggiera, sia perchè é un borgo ricco di storia: é l’antica Fulsulae ricordata da Tito Livio ed é stata successivamente capitale del Principato d’Ultra, cioé di un territorio che corrisponde all’attuale Irpinia. La moderna cantina é ora incastonata nello scenario naturale di Serra di Montefusco, a circa 650 metri d’altitudine, posizione da cui domina le zone di produzione dei tre vini irpini a Doc e Docg: Fiano di Avellino e Greco di Tufo nella Valle del fiume Sabato, Taurasi nella Valle del fiume Calore. Con oltre 150 ettari di vigneti in proprietà e con i 30 coltivati in affitto, l’azienda é oggi la più importante ed estesa realtà viticola, in Campania, che vinifica le proprie uve. Ma non é questione di quantità: il suo orgoglio é di essere la sola a preservare, in una sorta di banca del Dna, il patrimonio genetico dei vitigni greco, fiano, aglianico e falanghina e di altre antiche varietà campane, grazie al lavoro di raccolta, selezione e conservazione svolto a partire dagli anni 70 da Paolo Mastroberardino. Terredora produce un milione di bottiglie all’anno: una ricca gamma di vini di molte tipologie diverse e di svariate fasce di prezzo, ma tutte riconoscibili per il forte legame al territorio irpino e per il livello qualitativo molto alto. Nella linea denominata “I cru” spiccano due Greco di Tufo, il Loggia della Serra e il Terre degli Angeli, un Fiano di Avellino, il Terre di Dora, e una Falanghina. Ma sono il Fiano di Avellino CampoRe e il Taurasi Riserva CampoRe i veri premier cru della casa. Soprattutto il Taurasi, elegantissimo aglianico in purezza, di imponente struttura, uno dei vini più rappresentativi della miglior enologia italiana del Sud.
Tramin
TraminBiography
Termeno (in tedesco Tramin) é un paese della Bassa atesina, area vitivinicola a sud di Bolzano, famoso in tutto il modo per essere la patria del Gewürztraminer, vitigno dal caratteristico aroma che impropriamente in italiano traduciamo in “Traminer aromatico”, mentre sarebbe più gusto dire “Traminer speziato”, per via del suo intenso sentore di chiodi di garofano. Qui i Retii producevano vino già molti secoli prima dell’arrivo dei Romani che colonizzarono queste terre. All’epoca dell’Impero Austroungarico, nel 1898 Christian Schrott, parroco del paese e deputato al Parlamento austriaco, fondò una delle prime “Kellereigenossenshaft” (cantine sociali del Südtirol). Oggi 110 anni dopo la Cantina Produttori di Termeno é divenuta una delle più importanti realtà nell’economia vinicola altoatesina formata da 280 viticoltori associati i quali coltivano più di 230 ettari di vigneto nel circondario di Termeno. La filosofia produttiva dell’azienda é quella di mantenere e valorizzare il patrimonio vitivinicolo della zona, cercando di mantenere un armonico equilibrio con l’ambiente, tanto che buona parte dei vigneti sono coltivati con sistemi naturali e biologici. La produzione della cantina é articolata in varie linee di prodotto con gradienti di qualità crescenti. Nelle selezioni di prestigio vengono valorizzati i singoli vitigni e cru: la morbida schiava del vigneto Freisinger, il fruttato pinot grigio di Unterebner, il sauvignon vegetale di Sotan, il fragrante pinot bianco del vigneto Stoan o il poderoso lagrein dunkel del bellissimo vigneto Urban. Ma certamente la specialità enoica della Produttori Termeno é il tradizionale Gewürztraminer che si produce in diverse versione, nelle quali la particolarità aromatica del vitigno viene modulata in modi diversi a seconda dell’origine. Il Gewürztraminer Roan é il frutto di una vendemmia tardiva dalla quale nasce un vino, affinato in legno, dall’intenso colore paglierino, dal netto e marcato profumo fruttato (agrumi e frutta tropicale) che si mescola con un sentore di spezie e miele. Nussbaumer é una sorta di gran cru di Termeno, uno dei più antichi vigneti di Gewürztraminer del circondario sempre ritenuto uno dei migliori terroir per questo vitigno. Il vino ha un profumo molto intenso di frutta, frutta matura, rosa passita, spezie; al gusto si rivela un vino di rara intensità e pienezza, dalla incredibile persistenza aromatica. Al vertice della piramide si colloca il Gewürztraminer Terminum, un vino assoluto dalla spaventosa concentrazione aromatica, potente e avvolgente dove sentore di frutta e spezie formano un insieme esaltante, al gusto invece é dolce ma con molto carattere, di straordinaria suadenza.
Triacca
TriaccaBiography
Fu Domenico Triacca nel lontano 1897 a fondare l’azienda vitivinicola a Campascio in Val Poschiavo, in Svizzera. Svizzera sì, ma per poche centinaia di metri, in quanto confina con Tirano, nell’italianissima Valtellina, quella valle dove da secoli si producono quei vini che Leonardo definì “potenti e assai”. 111 anni dopo a guidare l’azienda é un altro Domenico Triacca, nipote del fondatore, che ha saputo far crescere l’intrapresa fino a farla diventare una delle più importanti realtà simbolo della Valtellina, con la disponibilità di ben 45 ettari di vigneto. In assoluto la cifra di vigneti può sembrare di media entità, riferita ad aziende che posseggono centinaia e centinaia di ettari, ma per la Valtellina, dove i vigneti sono estremamente parcellizzati e in forte pendenza, la superficie é davvero considerevole. In Valtellina non serve solo la capacità del viticoltore e la sapienza del cantiniere, ma occorre anche il coraggio dell’uomo che ogni anno raccoglie la sfida per coltivare i vigneti in condizioni ambientali estreme. Qui i vigneti sono aggrappati sugli erti pendii del versante meridionale delle Alpi Retiche, coltivare un ettaro di vigneto in questi luoghi costa molte volte di più, in termini di fatica e di denaro, che coltivare un vigneto in collina. Ma tanta fatica per coltivare l’uva chiavennasca (che é il nome indigeno della varietà nebbiolo) viene ripagata con vini assolutamente fuori dell’ordinario che hanno i profumi e sapori della montagna. Nel corso del tempo, Triacca ha acquistato La Gatta, un ex monastero domenicano del XVI sec. in seguito trasformato in residenza di una nobile famiglia. La Gatta é inserita in uno spettacolare anfiteatro terrazzato ricoperto (di circa 13 ettari), vigneti che sono stati ammodernati in tempi recenti, impiantando cloni selezionati di chiavennasca, che assicurano un livello di qualità costante nel tempo. Gli altri vigneti Triacca sono collocati nei prestigiosi cru della Sassella e del Valgella, entrambe storiche sottozone della Docg Valtellina. Oltre la storica cantina di affinamento alla Gatta, dove sono conservate le barriques, Triacca dispone di un’altra modernissima cantina, perfettamente attrezzata, dove può vinificare con attenzione. I fiori all’occhiello della gamma produttiva sono costituiti appunto da La Gatta, un Valtellina ricco e di vibrante intensità, e il San Domenico, uno Sfurzat (ottenuto cioé dall’appassimento delle uve) di straordinaria concentrazione. La stessa passione nella vitivinicoltura i Triacca la riversano anche nelle altre due tenute che posseggono in Toscana: La Madonnina nel Chianti Classico e Santa Venere a Montepulciano.
Vigna La Rivetta – Villa Sandi
Vigna La Rivetta – Villa SandiBiography
Villa Sandi, edificio di scuola palladiana risalente al 1622, posto ai piedi delle colline trevigiane, in prossimità della storica area collinare del Valdobbiadene Prosecco DOCG, è un felice esempio del legame tra arte e agricoltura che ha caratterizzato il paesaggio veneto dei secoli passati.
La famiglia Moretti Polegato, da generazioni dedita alla cultura del vino, fa rivivere l’antico ruolo delle ville venete unendo innovazione e ricerca al rispetto e all’amore per la tradizione ed il territorio.
Al di sotto della villa, si estendono secolari e suggestive cantine sotterranee che, per la loro naturale caratteristica di mantenere costante temperatura e umidità, creano un ambiente ideale per la maturazione e l’invecchiamento dei vini. Qui, infatti, vengono poste a maturare le bottiglie dello spumante Metodo Classico Opere Trevigiane, mentre le barricaie ospitano le botti per la maturazione delle grandi riserve.
I vigneti caratterizzano da secoli il paesaggio delle colline trevigiane, in particolare nell’area fra Valdobbiadene e Conegliano, ed è qui che Villa Sandi si dedica con particolare cura e passione alla produzione del Valdobbiadene Prosecco DOCG, che una speciale sinergia fra uomo, vite e territorio ha reso uno dei vini più apprezzati nel mondo.
Sulla Collina del Cartizze, vero e proprio cru dell’area Valdobbiadene –
Conegliano DOCG, la passione e la tenacia hanno reso possibile la coltivazione anche nelle zone più impervie. In questa microzona, fatta di versanti ripidi e più dolci declivi, Villa Sandi possiede un vigneto, denominato “La Rivetta”.
Felicissime ed irripetibili condizioni consentono la produzione di un vino dalle caratteristiche uniche, che Villa Sandi propone nella versione brut, anziché nel più classico dry in cui tradizionalmente viene proposto il Cartizze.
Carattere e peculiarità che sono valse al Cartizze “Vigna La Rivetta” di Villa Sandi i Tre Bicchieri del Gambero Rosso.
Zenato
ZenatoBiography
Sergio Zenato appartiene a quella razza di imprenditori determinati che perseguono i propri obiettivi senza se e senza ma, senza compromessi e tentennamenti. In questo caso l’obiettivo era quello della qualità con la “Q” maiuscola e Sergio Zenato é riuscito nel volgere di quattro decenni a raggiungere risultati di grande livello e costruire una delle più importanti realtà vitivinicole del Veronese. Nel 1960 Sergio é succeduto al padre Silvino nella conduzione dell’azienda agricola vitivinicola situata a San Benedetto di Lugana, frazione di Peschiera del Garda, comune in provincia di Verona, situato sulle rive del Benaco, una delle migliori zone di produzione del Lugana. L’area si caratterizza per un territorio speciale dove le morene glaciali si intersecano con le argille, per un microclima particolarmente mite, quasi mediterraneo, dovuto alla presenza della massa d’acqua del lago. Sergio, con la moglie Carla, ha svolto un grande lavoro per il miglioramento e valorizzazione del trebbiano di Lugana, il vitigno con il quale nasce il Lugana Doc. Grazie anche a questo impegno, oggi il Lugana é una delle DOC di maggiore successo nel Lombardo Veneto, come dimostra per l’appunto la riserva “Sergio Zenato”, un vino bianco intenso, corposo e di straordinaria complessità. In seguito, ad aiutare i genitori sono entrati in azienda i figli Albero e Nadia, il primo si occupa maggiormente della parte produttiva, mentre Nadia é l’ambasciatrice dei vini Zenato nel mondo e promuove l’immagine e qualità dei vini di famiglia nei diversi mercati del mondo. Con il passare degli anni, Zenato ha sviluppato un forte interesse per i vini rossi, in special modo per i rossi della Valpolicella Classica, la storica area vitivinicola veronese a pochi chilometri del Lugana. Cosicchè oggi l’azienda dispone di una settantina di ettari suddivisi tra i due comprensori. Dopo aver a lungo studiato il terroir, i clima e i vitigni della Valpolicella, si é riusciti a impiantare vigneti moderni che garantiscono una produzione in quantitativi limitati ma di grande qualità. Con le uve corvina, rondinella e molinara si produce un flessuoso Valpolicella Classico Superiore, di bella eleganza, ma soprattutto un sontuoso Amarone della Valpolicella, opulento e potente, che ha conquistato premi dalle guide e riviste specializzate. Particolarmente interessante il Ripassa, un vino che nasce “ripassando” il vino Valpolicella sulle vinacce appena svinate dell’Amarone.