Rivera
RiveraBiography
Erano i primi anni del 1900 quando Giuseppe de Corato decise di acquistare la vasta tenuta denominata Rivera in agro di Andria, una delle aree più vocate della Puglia settentrionale per la viticoltura. La vite vi é infatti coltivata fin dai tempi della Magna Grecia e secoli di selezione hanno permesso di farvi emergere vitigni autoctoni di grande potenzialità enologica, primo fra tutti il nero di Troia. Ma de Corato non era spinto solo da questo: la terra di Andria possiede un fascino che non é soltanto agricolo, tant’é che agli inizi del XIII secolo aveva stregato perfino l’imperatore del Sacro Romano Impero, Federico II di Svevia, soprannominato proprio per questo Puer Apuliae: si deve a lui la costruzione di Castel del Monte, il misterioso maniero in pietra bionda a pianta ottagonale che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità e che marchia, con la sua enigmatica presenza, proprio quel territorio. Dove, negli anni 50 del 1900, il figlio di Giuseppe de Corato, Sebastiano, fondò l’azienda vinicola Rivera nella tenuta acquistata dal nonno: rinnovò i vigneti, ristrutturò la vecchia cantina e realizzò un impianto di imbottigliamento. Il successo di quella operazione fece della Rivera il punto di riferimento più importante dell’enologia nella Puglia settentrionale. E proprio per questo l’azienda avviò negli anni successivi, quando Sebastiano de Corato fu affiancato dal figlio Carlo, una innovazione che contribuì a sprovincializzare la vitivinicoltura della regione: introdusse nei suoi vigneti nobili varietà provenienti da altre zone, come il sauvignon e lo chardonnay. Lungo e paziente fu il lavoro per verificare l’adattabilità di quei vitigni alle condizioni pedoclimatiche della zona, ma ebbe l’effetto d’arricchire la piattaforma ampelografica della regione. Oggi, però, la Rivera punta alla valorizzazione dei vitigni autoctoni, e a questo scopo sta rilanciando il nero di Troia, una varietà troppo a lungo sottovalutata. I vini più rappresentativi a cui essa dà vita sono due rossi, entrambi espressione della Doc Castel del Monte: Il Falcone rappresenta la storia aziendale, essendo una Riserva prodotta sin dal 1950, e nasce perciò dall’assemblaggio del nero di Troia con il montepulciano, come voleva allora la tradizione locale, mentre il Puer Apuliae, vino relativamente giovane, nato con la vendemmia 2000, é il primo a base di nero di Troia in purezza che abbia raggiunto standard qualitativi di alto livello. E’ con vini di questo tipo, ricavati dai 95 ettari di proprietà, che Carlo de Corato, confortato dall’ingresso in azienda di suo figlio Sebastiano, si appresta ad affrontare, con il Terzo millennio, la globalizzazione dei mercati.