Campogiovanni
CampogiovanniBiography
L’interesse dell’Azienda Agricola San Felice nella zona di Montalcino risale ai primi degli anni ’80 quando il territorio del Brunello era in fermento ma ancora non erano stati raggiunti i vertici di eccellenza e di notorietà che oggi lo contraddistinguono. Il 1° gennaio 1985 le nostre prime bottiglie di Brunello di Montalcino venivano commercializzate sul mercato. La TENUTA CAMPOGIOVANNI è situata sul versante a sud della collina di Montalcino, nei pressi di S. Angelo in Colle, in una fascia che per le caratteristiche pedologiche produce alcuni dei Brunello di più alta qualità. Oltre a 20 ettari di vigneto specializzato, vi sono 18 ettari di oliveti, seminativi e boschi per un totale complessivo di 65 ettari. I vigneti si trovano in tre differenti appezzamenti a un’altitudine di circa 300 metri s.l.m. Dei 20 ettari a vigneto 14 sono coltivati esclusivamente a Brunello, il resto a Rosso di Montalcino. Nel 1998 sono stati piantati anche alcuni filari di Pugnitello a titolo sperimentale. La maggior parte dei vigneti ha una densità di oltre 7.000 piante per ettaro e sono allevati con il sistema del cordone speronato. La produzione di Campogiovanni si identifica soprattutto con il BRUNELLO e il ROSSO DI MONTALCINO. A partire dal 1990 viene prodotta una Riserva denominata «IL QUERCIONE», frutto di una accurata selezione dell’omonimo vigneto che viene prodotta solo in occasione di annate eccezionali. Il Brunello Campogiovanni è entrato a pieno diritto tra i grandi vini di questo territorio. Infatti ha ottenuto alcuni dei più importanti riconoscimenti nazionali e internazionali, tanto che le annate 1990 e 2006 si sono classificate rispettivamente al settimo e quarto posto nella classifica dei 100 migliori vini del mondo redatta dalla autorevole rivista americana «Wine Spectator».
Castello del Terriccio
Castello del TerriccioBiography
Il nuovo corso del Castello del Terriccio inizia nel 1975, quando Gian Annibale Rossi di Medelana ne eredita la proprietà. Si tratta di una sorta di latifondo con castello, borgo e molti casolari, situato in magnifica posizione sulle colline di Castellina Marittima comune in riva al Tirreno in provincia di Pisa a pochi chilometri in linea d’aria da Bolgheri. Rossi ha avuto la proprietà dal prozio Serafini Ferri, che nell’immediato dopoguerra aveva rilevato l’azienda dedicandosi alla coltivazione dei cereali; la linea produttiva viene modificata, convertendo una parte dei terreni a vigneti. Vigneti che vengono progettati con cura (prevedono tra l’altro un’elevata fittezza di ceppi per ettaro e una produzione molto limitata per pianta) solo dopo avere studiato attentamente terra e clima, scoprendo che, come la men lontana Bolgheri, ha notevoli affinità con il terroir di Bordeaux. Pertanto si privilegia l’impianto di varietà internazionali tipicamente bordolesi come il merlot, il cabernet sauvignon e il petit verdot, i quali sostituiscono i tradizionali sangiovese e trebbiano, sono un’assoluta novità per il territorio di Castellina. Un’intuizione che si rivelerà vincente. Nel 1986 vedono la luce i primi vini che per la loro qualità e personalità suscitano l’interesse dei media e del pubblico degli enofili,
Il Lupicaia é il vino simbolo del Terriccio, un classico taglio bordolese (cabernet sauvignon, merlot con un tocco di petit verdot), i vini merlot e cabernet vengono affinati separatamente in barrique per almeno 18 mesi, e poi, come appunto si fa a Bordeaux, vengono “tagliati”, cioé miscelati in una proporzione che varia leggermente di anno in anno. Il taglio serve a valorizzare al meglio la personalità dell’annata, in modo da mettere in bottiglia ogni anno un vino perfettamente equilibrato, intenso, morbido, e soprattutto capace di vivere a lungo. Un vino che ha avuto molti premi e riconoscimenti internazionali. Dall’anno 2000 é in produzione il Castello del Terriccio che nasce da una prevalenza di syrah (altro vitigno alloctono che ha trovato una terra di elezione al Terriccio), con merlot e altri vitigni. Un vino complesso, fitto con una caratteristica nota speziata. Completano la gamma il piacevolissimo Tassinaia nel quale si evidenzia il carattere del sangiovese abbinato al merlot e petit verdot. Ma non solo i rossi vengono bene al Terriccio, come dimostra l’autorevole Rondinaia, uno chardonnay molto equilibrato e suadente.
Castello di Querceto
Castello di QuercetoBiography
Il Castello di Querceto dal lontano 1897 é di proprietà dei François, famiglia di origine francese trasferitasi in Toscana nel corso del XVIII secolo, quando uno dei suoi componenti, funzionario della casa degli Asburgo-Lorena, si spostò in conseguenza dell’assegnazione del Granducato di Toscana al casato stesso.
Il Castello é ubicato nella parte nord-orientale del territorio del Chianti Classico, in una piccola valle nel comune di Greve in Chianti a pochi km dal capoluogo; i vigneti e gli oliveti dell’Azienda giacciono sulle pendici della valle a quote comprese fra i 400 e i 530 metri s.l.m. e sono pertanto classificati come vigneti e oliveti di “alta collina”.
La proprietà si estende per 190 ettari dei quali 60 coltivati a vigneto, quasi interamente intorno al centro aziendale che comprende il Castello e tutta la struttura produttiva, dove le recenti e moderne costruzioni, eseguite nel rispetto dell’immagine e della tradizione della zona, affiancano gli antichi edifici.
Dopo due generazioni, a partire dalla fine degli anni 70, Alessandro François e la moglie Antonietta hanno dato inizio a una nuova fase di profonda ristrutturazione aziendale, basata su un programma di investimenti che ha interessato sia l’attività agricola che quella di trasformazione delle uve.
Essendo stata l’Azienda interessata da una grossa crescita dimensionale negli anni recenti, si é deciso di approvare un ulteriore piano di sviluppo che ha generato, oltre a un aumento della produzione, anche una razionalizzazione dell’intera attività produttiva.
L’attività colturale viene condotta avendo come fine il conseguimento della massima qualità e della compatibilità ecologica della produzione. La filosofia di Querceto si fonda sulla valorizzazione di alcune selezioni particolari che nascono da un approfondito studio delle caratteristiche dei vigneti dell’azienda, nel tentativo di esaltare al massimo le potenzialità dei diversi vitigni coltivati in condizioni ambientali differenti tra loro. Il vino più importante é il Chianti Classico Riserva Il Picchio, sangiovese al 90% con un’aggiunta di canaiolo, dotato di notevole struttura e carattere marcato, assai elegante nelle sua essenza tipicamente chiantigiana. Si tratta di un vino di impronta certamente tradizionale, ricco di tannini nobili adattissimo per grandi abbinamenti con carni rosse e cacciagione.
Anche gli Igt La Corte, Querciolaia e Cignale sono tuttavia prodotti di livello qualitativo senza dubbio elevato e di buon rapporto prezzo-qualità.
Cavallotto-Bricco Boschis
Cavallotto-Bricco BoschisBiography
Alle porte di Castiglion Falletto, cuore del Barolo, sul Bricco Boschis, si trova la Tenuta Cavallotto, estesa su una superficie di 25 ettari, dei quali 23 sono coltivati a vigneto. I Cavallotto sono proprietari-produttori da cinque generazioni, e nel 1948 i fratelli Olivio e Gildo sono stati i primi coltivatori della zona a dedicarsi alla vinificazione delle proprie uve e alla commercializzazione diretta dei vini. Oggi sono i figli di Olivio a portare avanti l’azienda, continuando a vinificare unicamente uve prodotte nella tenuta e sfruttando la lunga esperienza nel mondo del vino maturata in tanti anni di tradizione familiare. La cantina Cavallotto si estende tra le vigne del Bricco Boschis, sul versante est, subito dietro la vecchia cascina del 1800. Nel corpo centrale e non interrato é ancora visibile il grande locale adibito alla fermentazione nel quale le uve appena raccolte e diraspate vengono macerate e fermentate in vinificatori di acciaio inossidabile a temperature controllate; il successivo affinamento del Barolo, della Barbera e di parte del Dolcetto viene effettuato in botti di rovere di Slavonia all’interno dei locali che si trovano sotto il Bricco Boschis, in modo tale da garantire una naturale umidità e costanza di temperatura.
Il terroir di Castiglion Falletto é particolarmente generoso nel regalare vini di spiccata gradazione alcolica, robusti e molto longevi. Le particolarità geologiche delle singole sottozone sulle quali insistono le vigne, fanno sì che i prodotti di quest’azienda mostrino caratteristiche differenti l’uno dall’altro, sempre tuttavia in un contesto di ricerca assoluta della qualità che é da sempre il marchio di fabbrica dei Cavallotto. Il sapiente utilizzo di adeguate tecniche vitivinicole in cantina contribuisce a regalare vini importanti, primo tra tutti una selezione di tre Cru di Barolo assai apprezzata per struttura, ampiezza dei profumi e capacità di invecchiamento. Barolo Bricco Boschis, Barolo Riserva Bricco Boschis Vigna San Giuseppe e Barolo Riserva Vignolo, certamente oggi sono collocabili al vertice dell’enologia piemontese, trattandosi di vini premiati a livello nazionale e internazionale con riconoscimenti di indiscutibile prestigio su gran parte delle più accreditate guide del settore.
Tuttavia la gamma di vini prodotti in azienda é piuttosto ampia e comprende la gran parte dei vitigni autoctoni piemontesi, dai quali vengono ricavati Dolcetto d’Alba, Barbera d’Alba, Nebbiolo Langhe, Freisa Langhe, Grignolino Piemonte, Pinot Langhe e Chardonnay Langhe.
Collavini
CollaviniBiography
La storia enologica della famiglia Collavini ebbe inizio nel 1896, quando il capostipite Eugenio cominciò a rifornire con i suoi vini le migliori famiglie udinesi. Ma il momento magico, nell’evoluzione dell’azienda, si é avuto negli anni 70 del 1900, quando il suo discendente Manlio Collavini decise di impegnare notevoli capitali in strutture moderne e funzionali, per migliorare gli standard di efficienza della cantina e soprattutto la qualità dei prodotti. L’operazione ebbe immediato successo grazie al Grigio, uno spumante a base di Prosecco e Chardonnay che ottenne vasti consensi, consensi che Collavini si affrettò a raddoppiare affiancandogli una Ribolla Gialla spumantizzata. Nel 1980, poi, con l’acquisizione e il restauro, a Corno di Rosazzo, di un antico maniero del XVI secolo, l’intraprendente produttore friulano non trovò soltanto una prestigiosa dimora per la propria famiglia, ma anche la sede per una cantina in cui era possibile accentrare tutte le attività produttive. Cominciò proprio allora la svolta qualitativa più importante dell’azienda Collavini, con un programma globale ch’é spaziato dalla fidelizzazione dei vignaioli conferenti le uve, controllati da un agronomo nella conduzione delle vigne, alla modernizzazione degli impianti, imperniati su pigiature soffici e vinificazioni termocontrollate. Oggi, con oltre 173 ettari di vigneto in proprietà e 1,5 milioni di bottiglie prodotte all’anno, quella di Manlio Collavini é una delle aziende più efficienti e importanti del Friuli. Lo é grazie alla cura con cui egli ha sempre seguito sia i vini base sia la gamma alta della sua produzione, e all’attenzione con cui ha continuato a a sperimentare tecniche di cantina: non solo quelle tradizionali come l’appassimento, ma anche nuove, come il congelamento delle uve o l’osmosi inversa. Per lui il vino é molto più di una bevanda: convinzione che lo ha spinto a impegnarsi, come parlamentare, per migliorarne la legislazione. Il risultato più brillante della sua azione pubblica é stato però quello di riuscire a far battezzare le strade del suo comune, Corno di Rosazzo, con i nomi dei vitigni friulani: l’indirizzo della sua azienda é infatti in via della Ribolla Gialla. Affiancato dalla moglie Anna e dai figli Luigi e Giovanni, si affida oggi in cantina all’opera dell’enologo Walter Bergnach. I migliori risultati li ha ottenuti con il Broy, un bianco Doc del Collio ottenuto per assemblaggio da tocai, chardonnay e sauvignon, a cui ha affiancato due rossi: uno, il Forresco, della Doc Colli Orientali del Friuli, ottenuto da uve autoctone di refosco dal peduncolo rosso, refosco di Faedis e pignolo; l’altro, il Collio Merlot Dal Pic, da uve internazionali.